domenica 24 luglio 2011

Uccide la madre a pugni.

di Bloggerman
24.07.2011


Sono trent’anni che abito a Legnano e un fatto del genere che ricordi, non era mai accaduto. Una donna, una madre uccisa dal figlio per futili motivi. Un’altra vittima della violenza domestica. È un fatto che deve far riflettere tutta la città, dai singoli cittadini, agli operatori dell’ordine pubblico, alle istituzioni. Dobbiamo domandarci perché non riusciamo a prevenire che situazioni di degrado sociale poi sfocino in azioni violente fino a provocare la morte di qualcuno. Chissà perché il “folle gesto” si abbatte quasi sempre sulle donne, sui bambini, sugli anziani ... Perché sono le fasce più deboli e indifese, che, in un contesto sociale come quello attuale, diventano le vittime sacrificali, invece di essere, come dovrebbero, le fasce socialmente e culturalmente da proteggere di più.

L’assassino, con gravi problemi di alcolismo e sicuramente psicologici, e con diverse denunce e una pena di 10 mesi sospesa nel 2002, era già stato arrestato il 12 luglio scorso, sempre per maltrattamenti alla madre, ma poi rilasciato quasi subito con l’obbligo però di non frequentare più l’abitazione della madre.
Detto fatto... e c’è scappato il morto. Legnano non è una metropoli, dove è più facile condurre in ombra vite “border line” senza che nessuno veda e possa interessarsi.

Ricordo, tanti anni fa, la presenza nella vita cittadina di alcuni folkloristici e umani personaggi, che con simpatia si potevano definire “matti del villaggio”. Personaggi con una vita familiare e personale tragica e disagiata, magari peggiore di quella del povero disgraziato di cui parlavo prima, ma che nelle loro disgrazie almeno una fortuna l’avevano avuta: non erano stati abbandonati dal tessuto sociale, non erano, in fondo, da soli e, soprattutto, erano, in un certo senso, accettati (e controllati) da tutti. Ecco quello che può fare la sostanziale differenza nella vita di tanti poveri disgraziati: la solitudine e l’abbandono a se stessi.

In casi come questi, gli operatori dell’ordine pubblico hanno spesso limitazioni istituzionali nel loro operato, mentre, per quanto riguarda i servizi sociali, se fossero messi in condizione di poter operare come dovrebbero - magari senza problemi di bilancio - sicuramente tante tragiche situazioni non sfuggirebbero al loro controllo.

Legnano deve migliorare, e per migliorare deve anche ritrovare il suo cuore solidale, la sua cultura sociale. Deve ritrovare la sua vita di quartiere (e dico quartiere a ragion veduta), come l’avevo trovata io trent’anni fa venendoci ad abitare, e dove sicuramente non si era mai soli, nel bene e nel male.

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