29.07.2012
“Nessuna
privatizzazione di acqua e servizi pubblici locali”, così ha sentenziato
qualche settimana fa la Corte Costituzionale. Ha dichiarato inammissibile
l’art.4 del decreto legge 138 del 13 agosto 2011 con il quale, il governo
Berlusconi, aveva aggirato il risultato referendario. La sentenza della Corte
blocca anche le modifiche successive, comprese quelle del governo guidato da
Monti. La sentenza si configura anche come preavviso di incostituzionalità
dell’art.4 del decreto legge sulla “spending review” che mira a fissare gli
stessi identici limiti. Ora tocca al Parlamento prendere immediatamente atto
della sentenza, e cancellare quell’obbrobrio dell’art.4, che ha come unico effetto
la disoccupazione per migliaia e migliaia di lavoratori delle società in house.
Molto
sensibile alla problematica dei beni comuni, in occasione della presentazione e
discussione del bilancio comunale di previsione per l’anno 2012, ho presentato
a nome e per conto della Sinistra Legnanese, due ordini del giorno inerenti
proprio alla salvaguardia e tutela dei servizi pubblici locali. Uno impegnava
la Giunta e il Sindaco ad intraprendere percorsi di trasformazione di AMGA e di
AMIACQUE da società di diritto privato a società di diritto pubblico; l’altro
impegnava la Giunta e il Sindaco ad evitare che i propri servizi pubblici
cadano nelle mani delle multiutility, società a gestione privata, che agiscono
nel solco delle liberalizzazioni forzate tendenti a togliere ai Comuni i propri
servizi.
La
nuova maggioranza pare non abbia colto il significato e l’importanza delle
questioni poste, sta di fatto che gli ordini del giorno inerenti ai beni comuni
li ha bocciati, dimenticandosi che al grande successo referendario aveva
contribuito il 53% dei cittadini legnanesi, di questi, oltre il 90% aveva votato sì all’abrogazione
delle norme che affidavano al mercato il servizio dell’acqua e di altri servizi
pubblici locali. Ogni male non viene per nuocere, ci ha pensato la Corte
Costituzionale a ripristinare i diritti dei cittadini, e di ciò anche gli
amministratori agnostici dovranno fare i conti. La lotta per la difesa dei beni
comuni continua e continuerà.
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