di Stefano Quaglia
In Piazza
anno 3, aprile 2011, numero 3.
Essere di sinistra a Legnano: “non vendere la Casa di Riposo Accorsi”
L’impegno politico parte da alcuni valori. Cosa significa per Lei, consigliere comunale del gruppo consiliare Sinistra Legnanese, essere uomo di sinistra?
Sono cresciuto respirando aria di giustizia sociale, mio papà era un socialista nenniano e chiedeva rispetto per la povera gente, e in questo clima un po’ alla volta ti “senti” orientato a sinistra, se vuoi anche per il solo fatto di essere solidale con chi vive nelle tue stesse condizioni e questo a prescindere dell’adesione o meno ad una forza politica che rappresenti l’ideale marxista o socialista. Libertà e giustizia sociale sono temi sui quali un militante di sinistra non può non fare i conti. Poi ci sono i comportamenti soggettivi che fanno la differenza.
Oggi si discute della vendita della Casa di riposo Accorsi.
Perché la Casa di riposo “Accorsi” dovrebbe rimanere in mano al Comune di Legnano?
È forse l’unico caso in Italia dove un Comune vende una casa di riposo nuova, non ancora in esercizio, per rispettare il patto di stabilità, e ciò deve farci riflettere, perché se non cambia la situazione, c’è il rischio che in seguito possa toccare agli edifici pubblici destinati alle scuole elementari. Per questo progetto si sono sacrificate le farmacie comunali che non erano certo di peso per la finanza comunale, anzi aiutavano a sostenerla. Considero folle la cessione di questa struttura in quanto il Comune, con questa operazione, dismette l’unica struttura pubblica di servizio agli anziani e dismette anche il suo ruolo di garanzia e controllo del rispetto dei diritti della persona anziana più debole e vulnerabile, scaricando sulle famiglie tutta la responsabilità economica, relazionale e di cura.
Quali sono le vie per creare un’alternativa di governo a Legnano?
Penso che l’unità delle forze di opposizione non sarà sufficiente per sconfiggere il centro destra legnanese, e non solo per una questione di numeri o di programma, questioni importanti ovviamente, ma perché il rapporto con la popolazione, da quella in difficoltà a quella operosa ed onesta, è piuttosto sfilacciato, eppure a loro modo si fanno sentire. Allora il tema è: come ricostituire queste relazioni.
Penso, anche che il lavoro da farsi non sia tanto quello di passare ore e ore a discutere di programmi che sono già stati “scritti” dai cittadini tramite le loro osservazioni: traffico, inquinamento, mobilità, troppo cemento, più spazi sociali, più verde, etc. etc., ma sia quello di individuare un modello di governo della città convincente ed alternativo a quello adottato dal centro destra, e lavorare con la candidata o col candidato sindaco, per costruire assieme la svolta. Per essere chiaro sul modello alternativo, domando: se il centro sinistra fosse stato al governo cittadino avrebbe venduto la nuova casa di riposo? Avrebbe, prima, coinvolto i diretti interessati e la città per sentire il loro parere e le loro proposte? Avrebbe fatto il bilancio delle spese con i cittadini?
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