mercoledì 18 maggio 2011

A proposito dell’impianto fotovoltaico del nuovo ospedale

La notizia, se confermata dalla dirigenza ospedaliera, mi lascia davvero sconcertato. Come, un gioiello della tecnologia che da solo basterebbe per dare energia a 600 appartamenti, non viene utilizzato per ragioni tecniche? Sono proprio curioso di sapere quali sono queste ragioni “tecniche”, che con la tecnica non si possono risolvere … Certo l’energia prodotta dall’impianto AMGA non verrà sprecata, ma non si centra l’obiettivo di un utilizzo integrato non solo ai fini di una riduzione dell’impatto ambientale, ma anche ai fini di una riduzione dei costi. Non vorrei che le vere ragioni “tecniche” siano invece le clausole presenti nella Convenzione di concessione per la costruzione e gestione del nuovo ospedale di Legnano, stipulata fra l’Azienda Ospedaliera e il concessionario Genesi Uno S.p.A. Nella convenzione, all’articolo 20 punto 6, si pattuisce che: “L’erogazione di energia elettrica, generata dall’impianto di Cogenerazione, superiore al quantitativo complessivo annuo di 5.000.000, KwhE verrà remunerato dal Concedente attraverso la tariffa di 0,04 €/KwhE. Tale costo aggiuntivo andrà calcolato su base annua rispetto al suddetto minimo garantito di quantitativo complessivo di energia elettrica prodotta attraverso gli impianti di cogenerazione”.

Sarebbe opportuno che l’Azienda ospedaliera chiarisca meglio questo passo della convenzione e con quale combustibile funziona l’impianto di cogenerazione. Dalla lettura della notizia si intuisce che il mancato utilizzo dell’energia elettrica prodotta dall’impianto AMGA, farà lievitare i costi energetici del nuovo ospedale e questo non farà certamente piacere alla collettività che sottoposta a continue “prediche” sul risparmio delle spese nella pubblica amministrazione e sugli sprechi nella sanità, si troveranno a pagare, sulla tassazione generale, una bolletta in più. Insomma una bella presa in giro.

Quanto sta accadendo mi convince sempre di più della necessità che Legnano si doti di un Piano Energetico Cittadino per individuare, con l’utilizzo di fonti rinnovabili, “progetti per raggiungere quote di autosufficienza energetica”, piano completamente assente nel PGT appena adottato, sottovalutazione da me fortemente criticata.

Sulla vicenda presenterò una interrogazione per chiedere il perché di questa mancata sinergia fra AMGA e AZIENDA OSPEDALIERA.

Giuseppe Marazzini - Consigliere di Sinistra Legnanese
18.05.2011



Articolo di Luigi Crespi
da LA PREALPINA
Mercoledì 18.05.2011 Pag.24

L'energia pulita di Amga non serve all'ospedale
I pannelli solari sono attivi dal 29 aprile. Ma per motivi tecnici l'Azienda non usa la corrente elettrica prodotta

L'impianto funziona, e anche meglio del previsto. Grazie a un ulteriore ampliamento e alla maggiore efficienza dei 7.800 moduli fotovoltaici, attaccata la spina il 29 aprile ci si è resi conto che la resa è superiore a 1,8 Megawatt, contro l'1,57 che due anni fa era stato previsto in fase di progetto. Solo che tutta questa corrente non serve al nuovo ospedale dì Legnano, che pur distando dieci metri dall'impianto realizzato da Amga compera l'energia di cui
necessita dalla rete nazionale. La stessa rete cui Amga vende l'energia pulita che produce, e che per motivi tecnici non può essere usata dall'ospedale.

La notizia è confermata dal direttore generalo di Amga Paolo Pagani, che facendo il punto a tre settimane di attivazione dell'impianto glissa sugli utilizzatori finali per elogiare invece i risultati ottenuti. Completato, l'impianto fotovoltaico nato sul parcheggio nel nuovo ospedale ha una superficie di oltre 30 mila metri quadrati, per un totale di 7.800 moduli fotovoltaici che saranno in grado di produrre ogni anno circa due milioni di Kilowattora evitando l'immissione nell'atmosfera di oltre 900 tonnellate all'anno di anidride carbonica. Per farla breve, l'impianto di Amga basterebbe per dare energia a 600 appartamenti, senza inquinare quanto inquinerebbero in un anno 260 automobili.

«Un gioiello - spiega Pagani -, che però non è collegato all'ospedale. Tutta l'energia elettrica prodotta è venduta al gestore nazionale». Ma come? L'impianto non era stato pensato per garantire circa il 30% del fabbisogno energetico del nuovo ospedale? Uno dei vantaggi illustrati due anni fa non era il fatto che l'energia sarebbe stata prodotta proprio lì dove ci sarebbe stato il suo utilizzatore finale? «In effetti queste erano le intenzioni - aggiunge Pagani -. Ma pare esistano dei problemi tecnici che rendono impossibile il collegamento. Quindi oggi Amga vende la sua energia ad altri».

Chiuse le vecchie fonderie come la Pensotti, con le sue sale operatorie e i suoi macchinari diagnostici supertecnologici oggi il nuovo ospedale è l'impianto più " energivoro" di tutta la città. Il consumo di punta può arrivare a 5 Megawatt, quello medio durante il giorno si aggira sui 4,5. Ed è proprio di giorno, quando per un'azienda l'energia elettrica è solitamente più cara, che in teoria l'impianto di Amga avrebbe potuto contribuire con i suoi 1,8 Megawatt di potenza "pulita", coprendo oltre un terzo del fabbisogno totale. Non fosse stato per quei "problemi tecnici" che evidentemente nessuno aveva previsto.



Franco Corelli - O sole mio

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