domenica 18 dicembre 2011

... e non ditemi che è un Natale equo e solidale ...

di Giuseppe Marazzini
18.12.2011



L’anno sta finendo con Berlusconi a “riposo” (spero ci rimanga) e, al suo posto, una squadra di professori impegnati a “salvare l’Italia”. Il pivot è il professor Monti il quale, impegnato a far bella figura in Europa, si è dimenticato di salvare gli italiani. A quando un bel decreto per salvare gli italiani autentici?
Quelli, ad esempio, che non evadono le tasse,
quelli che non lucrano o sfruttano con il lavoro in “nero”,
quelli che precarizzati da giovani stanno diventando ormai vecchi precarizzati,
quelli che licenziati non troveranno mai un nuovo posto di lavoro perché 50enni,
quelli che non si possono curare adeguatamente perché hanno una pensione minima o insufficiente per poter vivere dignitosamente,
quelli che non possono pagare ai propri figli una istruzione qualificata,
quelli che mangiano nelle mense dei poveri della Caritas,
quelli che aiutano il prossimo e quelli che……..non possiedono ricchezza.

Metà della ricchezza nazionale è in mano al 10% dei più ricchi del Paese, che pagheranno si e no l’1% della stangata in arrivo. Il restante 99% la pagherà tutto il resto, e la maggior parte dei costi ricadrà sulle spalle dei lavoratori e dei pensionati. Gli uomini andranno in pensione a 66 anni e a 62-63 le donne, una vergogna sociale che colpisce le condizioni di lavoro di chi fatica davvero, di chi non ce la fa ad arrivare a fine mese, di chi non ha i contributi sufficienti. La pensione di anzianità sale fino ai 42 anni di lavoro; ancora una volta a danno di chi soprattutto fa i lavori più faticosi ed usuranti. I giovani ancora una volta vengono imbrogliati, precari sono e precari rimarranno fino alla vecchiaia.

E poi giù con una valanga di tasse, da quelle sulla prima casa a quelle sulla benzina, dall’aumento dell’IVA all’aumento dei ticket sanitari, dall’aumento delle tariffe dei servizi sociali a quelli dei servizi pubblici (trasporti, rifiuti, acqua, gas, ecc.). A fronte di tutto questo le caste e gli speculatori economici non vengono sostanzialmente toccati. Non c’è una patrimoniale sulle grandi ricchezze, non si toccano le spese militari o per le grandi opere, o gli sprechi veri della pubblica amministrazione.

Una volta, nelle manifestazioni operaie e sindacali, si gridava: “aumenta la pasta! aumenta la benzina! governo ladro, governo di rapina!"; ora si chiede “equità.. equità…”. Pare che pronunciare le parole giustizia sociale ai politici in parlamento faccia venire l’orticaria.

Per quanto possibile, buone feste a tutti.

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