venerdì 16 maggio 2014

IL TAPPO STA SALTANDO ... E ADESSO COSA FARA' FERRE'?

Giuseppe Marazzini
16.05.2014

IL GIORNO Legnano – venerdì 16 maggio 2014

IL CASO IKEA L'ASSESSORE «PROCESSATO» DAL COORDINAMENTO CITTADINO
Il Pd sfiducia l'assessore Ferrè
Approvata con 9 voti su 16 mozione che lo invita a farsi da parte
di PAOLO GIROTTI

- LEGNANO - L'ASSESSORE alla Gestione del territorio, Antonio Ferrè "sfiduciato" dal primo partito di maggioranza, il Partito democratico, che per inciso è anche il suo partito di riferimento: è accaduto mercoledì sera in occasione del coordinamento del Pd legnanese, complice la questione Ikea, unico punto all'ordine del giorno di una serata che si preannunciava già "calda" considerate le polemiche, fuori e dentro il partito, legate alla posizione assunta sull'argomento dall'amministrazione legnanese. L'animata discussione si è conclusa approvando una mozione con cui, in estrema sintesi, si chiede velatamente a Ferrè di lasciare il suo posto in giunta, invitando il sindaco, allo stesso tempo, a riesaminare l'operato della sua amministrazione, forse in previsione di un rimpasto. La mozione recita così: «Il coordinamento, alla luce dell'ampio dibattito sul centro commerciale Ikea, avvenuto in diverse riunioni che hanno visto la partecipazione degli iscritti, dopo aver valutato con pacata e serena riflessione le dichiarazioni dell'assessore Antonio Ferrè, diffuse sia a mezzo stampa sia attraverso suoi interventi nelle riunioni di cui sopra, si ritiene non soddisfatto dell'operato del proprio assessore — è il primo passo della mozione —. Il coordinamento cittadino, al quale spetta la direzione politica del partito, invita l'assessore a una serena e critica valutazione del risultato ottenuto, alla luce del parere sopra espresso e il sindaco ad aprire, in tempi brevi, un confronto con il proprio partito al fine di procedere a un'attenta valutazione politica sull'operato dell'attuale amministrazione nell'intento di recuperare consenso e credibilità nella comunità legnanese».

ALLA MOZIONE si è giunti dopo discussioni particolarmente "forti" (una trentina i presenti, compresi tutti i consiglieri comunali fatta eccezione per Maurizio Tripodi, anche nel confronto con lo stesso assessore che ha abbandonato la sede prima dell'atto finale. Arrivati al voto segreto, contati i sedici presenti del coordinamento aventi diritto, la mozione è passata con nove voti a favore e sette contrari approfittando delle assenze nella "maggioranza interna" del Pd. Il documento apre esplicitamente un nuovo fronte nella vicenda, a pochi giorni dalla richiesta di dimissioni dell'assessore che la Sinistra legnanese presenterà martedì in consiglio comunale. Le spaccature profonde all'interno del Pd riguardano di riflesso anche la leadership del segretario, Alberto Dell'Acqua, che assente in occasione del coordinamento dell'altra sera, ha sempre sostenuto la linea dell'amministrazione comunale.

IL RETROSCENA IL PARTITO DI MAGGIORANZA RELATIVA LACERATO E DIVISO AL SUO INTERNO
Sul progetto dei colosso svedese l'ombra di una Caporetto

- LEGNANO –
IKEA è stata la spallata definitiva, ma che le acque all'interno del Partito democratico fossero agitate ormai da tempo è una cosa ormai risaputa. Di certo le ultime settimane e la mozione del Partito democratico legnanese dell'altra sera, che sfiducia uno degli assessori espressi nell'amministrazione legnanese, hanno il sapore di una vera e propria Caporetto politica. Prima la "missione impossibile" di spiegare come sia possibile che, su una questione di rilevanza territoriale come l'insediamento Ikea, gli esponenti del Pd di Legnano e di quello di Cerro Maggiore non siano mai riusciti a trovare un dialogo. Anzi. Ora anche la difficoltà di mettere insieme nel Pd cittadino le posizioni altrettanto divergenti sull'atteggiamento assunto strada facendo dall'amministrazione comunale e dall’Assessore Ferrè in particolare. Ma non è un caso: dal momento delle nomine degli assessori della giunta Centinaio, per passare dalla scelta del presidente del consiglio, i malumori nel Pd si sono stratificati giorno dopo giorno e le polemiche interne hanno ben presto oltrepassato la soglia della sede di partito. Il tentativo di chiudere una falla dopo l'altra, di esaudire una richiesta dopo l'altra, ha prodotto fino ad oggi risultati alterni, restituendo l'immagine di un partito frammentato su posizioni e interessi difficilmente conciliabili.
P. G.

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