22.05.2014
Il fenomeno del consumo di suolo in
Italia è in aumento, al ritmo di 8 metri quadrati al secondo. Negli ultimi tre
anni, affermano gli esperti, è stata “divorata” un’area di 720 Km quadrati,
perdendo così la capacità di trattenere 270 milioni di tonnellate d’acqua. La
cementificazione ha comportato tra il 2009 e il 2012 l’immissione in atmosfera
di 21 milioni di tonnellate di CO2. Inoltre i comuni lombardi hanno
previsto nei loro PGT ben oltre 400 milioni di metri quadrati da edificare.
È da questi dati che bisogna partire
per negare qualunque autorizzazione a chi vuole distruggere 300 mila metri
quadri di suolo agricolo per metterci un “tempio” commerciale. Nessun comune ha
il diritto, in nome di discutibili opportunità economiche o quant’altro, di far
colonizzare un bene comune qual è il suolo e di condannare migliaia di persone
ad un peggioramento del loro stato di salute psico-fisico.
Il fare melina e le ripicche degli
assessori dei comuni principalmente interessati a questa vicenda, Cerro
Maggiore, Rescaldina e Legnano, sono frutto di una stessa logica, cioè quella
delle compensazioni e da qui la gara ad essere presenti negli accordi di
programma. Anche le giravolte come quella del comune di Legnano, che da una
posizione possibilista è passato ad una posizione negazionista, fanno parte di
questo tragico gioco. Alzare la posta per ottenere qualche riconoscimento.
Oltre a cacciare le amministrazioni accondiscendenti
a queste logiche, bisogna cambiare le regole di gestione del territorio e il
cambiamento delle regole non può essere delegato a forze politiche compromesse
e compiacenti con i “mangia” suolo di ogni risma. L’antidoto è la mobilitazione
popolare, è la nascita di comitati ed associazioni che facciano da barriera a
chi ci vuole schiavi di una logica di sviluppo che distrugge il nostro
territorio.
Rapporto ISPRA - Il consumo di suolo in Italia 2014. Per leggerlo clicca qui
IL CAGACEMENTO
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