29.05.2014
Nel nostro Paese, democratico ed avanzato, succede che
una anziana signora di poco più di novant’anni venga riconosciuta invalida al
100% ma senza avere diritto all’accompagnamento. Per fare ricorso contro questa
decisione e tentare di ottenere il giusto riconoscimento, l’anziana signora
deve intraprendere un percorso irto di difficoltà: visite e contro visite,
certificati e documenti da compilare e ricompilare, irritazioni e sconforti,
per non dire della dignità calpestata. Eppure migliaia di persone nelle stesse
condizioni, per ottenere giustizia sono costrette a passare attraverso queste
forche caudine. È una vergogna che dura da decenni.
L’altra sera, durante la seduta consiliare con oggetto
il rendiconto economico dell’anno 2013, il sindaco ha introdotto i lavori
pontificando contro la burocrazia dello Stato, imputandola genericamente di sovraccaricare
i comuni di troppi adempimenti, tali da sottrarre tempo a un’attenta gestione
della cosa pubblica.
Ops …!!, dopo quasi due anni dalla sua elezione, il sindaco si è accorto – subito - che lo Stato è burocratico e chissà perché ha avuto l’impellente necessità di comunicarlo al consiglio comunale proprio in occasione della presentazione del rendiconto economico con un avanzo di oltre due milioni di euro, che probabilmente verranno bloccati dal patto di stabilità.
Ops …!!, dopo quasi due anni dalla sua elezione, il sindaco si è accorto – subito - che lo Stato è burocratico e chissà perché ha avuto l’impellente necessità di comunicarlo al consiglio comunale proprio in occasione della presentazione del rendiconto economico con un avanzo di oltre due milioni di euro, che probabilmente verranno bloccati dal patto di stabilità.
La notizia dell’avanzo di bilancio era già circolata
sulla stampa ormai da qualche giorno, ma tra gli ignari presenti in aula
consigliare non è passato inosservato che il “messaggio al consiglio” letto dal
sindaco altro non era che un tentativo di scaricare le responsabilità della sua
amministrazione su fattori esterni.
Attribuire le cose non fatte alla burocrazia rimanda ad un tipico atteggiamento da “funzionariato” pubblico che, non sapendo agire, addebita all’uno o all’altro ufficio la responsabilità e le lungaggini della pratica, escludendo la propria. Sentire questo, detto da un sindaco, lascia alquanto sconcertati.
Attribuire le cose non fatte alla burocrazia rimanda ad un tipico atteggiamento da “funzionariato” pubblico che, non sapendo agire, addebita all’uno o all’altro ufficio la responsabilità e le lungaggini della pratica, escludendo la propria. Sentire questo, detto da un sindaco, lascia alquanto sconcertati.
Non sono stati usati forse criteri burocratici per
emanare un corposo regolamento per la concessione di contributi alle
associazioni? E gli stessi criteri non stati forse usati, con una celerità
atipica, per far votare in consiglio comunale gli atti fondamentali della
futura azienda consortile, senza poterli emendare?
Insomma, quando la burocrazia serve per i propri scopi la si usa disinvoltamente a piene mani; quando invece non si sa come giustificare i propri errori, come nel caso del rendiconto, allora la burocrazia diventa il paravento dietro il quale nascondersi.
Insomma, quando la burocrazia serve per i propri scopi la si usa disinvoltamente a piene mani; quando invece non si sa come giustificare i propri errori, come nel caso del rendiconto, allora la burocrazia diventa il paravento dietro il quale nascondersi.
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