01.04.2015
Per il 70° Anniversario della
Liberazione del nostro paese dal nazifascismo e della riacquistata libertà, a
testimonianza di chi ha sacrificato la propria vita perché ciò avvenisse,
pubblicheremo giornalmente fino a sabato 25 aprile il testo di una lettera di condannati
a morte della Resistenza italiana. Senza retorica ma per ribadire oggi
come non mai, l’importanza dei valori della Resistenza e del sacrificio dei
suoi martiri per un Italia libera, democratica e antifascista.
Le lettere selezionate sono
tratte dai libri di Malvezzi e Pirelli ("Lettere di condannati a morte
della Resistenza italiana", Einaudi, Torino 1994) e di Avagliano e Le Moli
("Muoio innocente. Lettere di caduti della Resistenza a Roma",
Mursia, Milano 1999).
lettera di Albino Albico (Medaglia d’Argento al valor Militare)
Di anni 24 – operaio fonditore –
nato a Milano il 24 novembre 1919 -. Prima dell’8 settembre 1943 svolge
propaganda e diffonde stampa antifascista – dopo tale data è uno degli
organizzatori del GAP, 113a Brigata Garibaldi, di Baggio (Milano), del quale
diventa comandante -. Arrestato il 28 agosto 1944 da militi della "Muti",
nella casa di un compagno, in seguito a delazione di un collaborazionista
infiltratosi nel gruppo partigiano – tradotto nella sede della "Muti"
in Via Rovello a Milano – torturato – sommariamente processato -. Fucilato lo
stesso 28 agosto 1944, contro il muro di Via Tibaldi 26 a Milano, con Giovanni Aliffi, Bruno Clapiz e Maurizio Del
Sale.
Carissimi, mamma, papà, fratello sorella e compagni tutti,
mi trovo senz’altro a breve distanza dall’esecuzione. Mi sento però
calmo e muoio sereno e con l’animo tranquillo. Contento di morire per la nostra
causa: il comunismo e per la nostra cara e bella Italia.
Il sole risplenderà su noi "domani" perché TUTTI
riconosceranno che nulla di male abbiamo fatto noi. Voi siate forti come lo sono io e non disperate.
Voglio che voi siate fieri ed orgogliosi del vostro Albuni che sempre
vi ha voluto bene.
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