23.04.2015
Giuseppe Bravin
Di anni 22. Nato il 19 settembre
1922 a Torino. Operaio della Fiat. Di idee antifasciste fin dalla giovinezza,
dopo l’armistizio entra a far parte del movimento partigiano nella sua città
natale, nelle fila dei GAP capeggiati da Giovanni
Pesce. Durante la guerra di liberazione partecipa a numerosi scontri a
fuoco ed azioni di sabotaggio. Il 16 maggio 1944, durante l’attacco alla
Centrale di radiotrasmissioni nazifascista situata presso il fiume Stura, viene
ferito e catturato dal nemico. Rinchiuso nel sanatorio, una volta guarito è
trasferito in cella. Ripetutamente interrogato e torturato, non rivela alcuna
informazione compromettente. Il 22 luglio 1944 è condotto alla periferia di
Torino (per l’esattezza alla Barriera di Milano) ed impiccato.
Lettera di Giuseppe Bravin alla Madre e a Margherita da Torino
Cara mamma
mi sono pervenute le sigarette con cartine e fiammiferi. Ho saputo con
vivo piacere che i miei compagni si ricordano di me e della colletta che hanno
fatto. Sono quasi completamente guarito e credo che fra qualche giorno andrò in
cella comune. Sono pure contento che la Sig.na Margherita venga a trovarti mi
raccomando però di una sola cosa ed è questa: che non dobbiate piangere e che
se dovesse andare male penseranno i miei compagni a fare il loro dovere.
Se vi è qualcuno che il quale vuole insinuare che noi siamo dei venduti
sputategli in faccia (per il momento). Il destino ha voluto essermi contrario
poiché ho ricevuto un colpo di pistola al piede da uno che era con me e dopo
diversi colpi al braccio S.
Cara Margherita se vedi Mario il mio compagno di lavoro salutamelo
tanto e salutatemi tutti quelli che domandano. Le sigarette sono sempre
gradite. Qui dentro ci è puzza di Germania.
Tanti saluti e baci a voi tutti.
Scusate il mal scritto ma qui non si scherza
bacioni Giuseppe
Ultime lettere di condannati a
morte e di deportati della Resistenza italiana (http://www.ultimelettere.it),
on line dal 26 aprile 2007, INSMLI.
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