lunedì 20 aprile 2015

VERSO IL 70° del 25 APRILE: lettera di Giuseppe Bocchiotti, partigiano condannato a morte.

Giuseppe Marazzini
20.04.2015

Giuseppe Bocchiotti
Di anni 18. Nato il 3 novembre 1925 a Felizzano (AL). Di professione tipografo. Ideologicamente vicino al partito democratico-cristiano, nella primavera del 1944 prende contatto con il movimento partigiano alessandrino. A maggio si trasferisce a Torino ed inizia un intensa attività di stampatore clandestino sotto la direzione dell’Ufficio documenti del CMRP. Nello stesso periodo si arruola anche nelle fila della 7ª Divisione Giustizia e Libertà, con la quale organizza ed esegue un’importante incursione all’armeria dell’aeroporto di Venaria Reale. Proprio a causa di questa azione, il 19 agosto 1944 viene arrestato ed imprigionato nelle Carceri Nuove di Torino. Il 21 settembre il Tribunale Co.Gu. (contro guerriglia), composto da ufficiali di Brigate Nere, GNR ed esercito della RSI, lo processa e lo condanna a morte. La sentenza è eseguita il giorno seguente, 22 settembre 1944, al Poligono di tiro del Martinetto, ad opera di un plotone composto da militi della Guardia nazionale repubblicana (GNR). Con Bocchiotti sono giustiziati anche Oreste Armano, Walter Caramellino, Gianfranco Farinati, Francesco Lorenzo Massai Landi, Carlo Pizzorno e Ferruccio Valobra. Pochi giorni dopo l’esecuzione, in città viene diffuso un volantino clandestino stampato "a cura del Partito democratico cristiano" che annuncia la morte di Bocchiotti e dei suoi compagni.

Lettera di Giuseppe Bocchiotti a Teresina scritta in data 22-09-1944 dalle Carceri giudiziarie di Torino

Torino,22/9/44

Carceri giudiziarie di Torino
Mia adorata Teresina,
ti scrivo questa mia ultima prima di morire. Ieri sera sono stato giudicato, ora aspetto la morte, Teresina tu comprendi in quale stato mi trovi. Spero che ti ricorderai sempre nella tua vita, di quel Peppino che tanto ti ha voluto bene e tanto specie in questo periodo di carcere, ti ha amata.

Consola papà e mamma del dolore che a loro reco, ricordati di me, finché avrai vita ed io dal di là veglierò si di te. Ricordati che sono morto da innocente e che il mio onore di fronte al mondo è salvo. Non ho fatto nulla di male, muoio proprio innocente. Io muoio molto giovane, non so che cosa sia la vita; speravo di unirla a te e invece il destino me l’ha troncata. Muoio colla grazia di Dio nel cuore.

Ciao Teresina, ricordati sempre del tuo Peppino

Come ultimo mio desiderio, mia Teresina, vorrei che anche dopo la mia morte tutta la tua vita sia per me, che continui ad amarmi finché ti resterà vita, perché io solo, come tu per me, sia stato quello cui avevi donato il tuo amore e la tua esistenza.

Ciao cara, un bacio
Peppino
Muoio in grazia di Dio.

Ultime lettere di condannati a morte e di deportati della Resistenza italiana (http://www.ultimelettere.it), on line dal 26 aprile 2007, INSMLI.

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